#7 – Crepuscolo cremisi
Parte 1 di 2
di Fabio Furlanetto
177A Bleckeer
Street
Greenwich Village, New York
City
Layla Miller entra in cucina, sbadigliando. Scavalca il
corpo privo di sensi di Wong, che invece di preparare
la colazione per il suo maestro sta versando sangue su tutto il pavimento.
La porta del frigorifero è
stata fusa da un calore ultraterreno, quindi Layla
infila una mano all’interno dello squarcio per recuperare la bottiglia di
latte.
Sbadiglia ancora. Anche per
chi sa molte cose, è praticamente impossibile trovare qualcosa in questa
cucina.
-Doc, dove tieni i cereali?
-Sacra Vishanti,
proteggi questa dimora! – risponde una voce affaticata dalla stanza adiacente.
-Oh, per piacere, mi hai
preso per un demone inferiore? – risponde una voce più profonda di quanto
dovrebbe essere possibile.
Layla si strofina gli occhi per svegliarsi, evitando che la
luce abbagliante visibile anche attraverso il muro la disturbi. Poi recupera
una tazza e la avvicina ad uno degli armadietti.
La testa di Rintrah sfascia il muro della cucina e scuote l’intera
casa. Uno degli armadietti si apre, rovesciando la scatola di cereali fino a
riempire la tazza che Layla tiene in mano. Il tavolo
è ancora traballante per colpa di Rintrah, quindi Layla passa tranquillamente dal buco nel muro con la
bottiglia di latte in una mano, la tazza di cereali nell’altra, ed un cucchiaio
in bocca.
-Fcufhate
– dice al Mago Supremo ed al Terribile Dormammu che
stanno combattendo in salotto.
Le Bande Scarlatte di Cyttorak avvolgono il corpo dell’invasore, mentre le Spine
del Dolore incatenano le braccia del Dottor Strange. Entrambi si sono fermati,
osservando l’adolescente bionda appoggiare la tazza di cereali sulla più antica
edizione della Demonologia Atlantidea per versarci il latte.
-Vi siete almeno detti
qualcosa prima di cominciare a suonarvele?
-Layla,
questo è Dormammu! E’ una minaccia metafisica, il
male incarnato!
-Continua – risponde Dormammu sorridendo.
-E’ abbastanza stupido da
attaccare il Mago Supremo nella sua dimora? – chiede Layla
prima di iniziare a mangiare.
Il Dottor Strange sospira.
-No. Per le canute schiere di
Hoggoth, mia moglie vorrà la mia testa per questo.
Uno schiocco di dita. Tutto
quello che è necessario per liberarsi dalle Spine del Dolore, curare le ferite
fisiche e mistiche di Wong e Rintrah,
e ricostruire il muro.
Il Dottor Strange si siede
sulla poltrona, accavallando le gambe. Una tazza di the appare tra le sue mani,
mentre Layla seduta sul divano mangia cereali.
Il Terribile Dormammu, Fonte di Ogni Male, Odio Che Brucia le Stelle,
Signore della Dimensione Oscura, incrocia le braccia innervosito.
-Abbiamo finito di perdere
tempo?
-Raccontami tutto – dice il
Dottor Strange soffiando sulla tazza di the.
Mezz’ora dopo
Il Dottor Strange è sempre
stato molto bravo nel nascondere le proprie emozioni. Il suo sguardo
preoccupato ed il modo in cui si morde il labbro inferiore rendono fin troppo
chiaro che cosa sta provando in questo momento.
-Adesso sappiamo come sarebbe
stato l’Antico Testamento se l’avesse scritto il marchese de Sade – commenta Layla.
-Vedo che la tua passione per
circondarti di adoratori privi di intelletto è ancora intatta, Strange.
-Dormammu...anche
ammettendo, per amor di discussione, che tutto quello che mi hai raccontato sia
vero. Che cosa speri di ottenere da me?
-La Parola distruggerà questo
mondo e tutte le dimensioni confinanti, costringendo ogni mortale ed ogni dio
ad inginocchiarsi al suo cospetto. Evitare cose del genere è esattamente il tuo
lavoro, no?
-Sembri quasi invidiare
questo tizio – nota Layla.
-Nient’altro che ammirazione
professionale: i risultati della Parola non si possono negare. Tuttavia, ho i
miei sospetti che sia un dio pazzo.
-Parli per esperienza,
suppongo.
-Prenditi gioco di me quanto
vuoi, Strange, ma a differenza di te io so che cosa significhi essere un dio
adorato dalle masse. L’adorazione è inebriante e può essere semplice esserne
sopraffatti, persino assuefatti.
-Fantastico: abbiamo contro
un dio drogato – capisce Layla.
-Mi piace la spavalderia
della tua nuova protetta, Strange. Quale deliziosa ironia se il suo senso di
superiorità la portasse ad una morte violenta.
-Dormammu,
credevo cercassi il mio aiuto. Minacciare di morte i miei alleati non aiuta.
-Forza dell’abitudine.
-Normalmente non crederei ad
una sola parola di quello che dici. Ma Eternità stesso mi ha parlato della
Parola, e sembrava averne paura. Dal tuo racconto, la Parola non sembrava
essere a conoscenza dell’esistenza di altri mondi: credeva di aver già
conquistato tutto quello che esiste. Che Eternità se ne sia tenuto a debita
distanza per tutto questo tempo? Ha senso. Pensateci: la Parola è un dio
assuefatto all’adorazione che non si ferma davanti a nulla, giusto? L’unico
modo per fermarlo è fargli credere di aver vinto e di aver già l’adorazione di
tutto ciò che esiste.
-Quindi ora che si fa, Doc?
-Raduniamo il più
terrificante esercito di dei e demoni che si sia mai visto e ricacciamo la
Parola nel buco da cui è strisciata fuori – risponde Dormammu
stringendo i pugni ed aumentando l’intensità della fiamma che incorona la sua
testa.
-E farci ammazzare? Eternità
stesso non osa attaccare la Parola, Dormammu. Eternità.
-Eternità è un pusillanime.
L’ho combattuto in passato.
-Sì certo, ricordo. Da allora
c’è una tua immagine alla voce “fiducia suicida in se stessi” nella mia
enciclopedia.
-Non mi piace il tono di
sufficienza nella tua voce, Strange. Se in passato tu non mi avessi strappato
con l’inganno la promessa di non attaccare la tua patetica dimensione, ora
questo pianeta sarebbe un pugno di cenere nella mia mano!
-Dormammu
– dice Strange, alzandosi in piedi lasciando la tazza di the ormai vuota a
fluttuare a mezz’aria, ed appoggiando una mano sulla spalla della propria
nemesi. Lo guarda negli occhi e non ha bisogno di amuleti per capire che cosa
si cela dietro la sua rabbia.
-Non avere paura. Fermeremo
la Parola. E poi torneremo a cercare di ammazzarci a vicenda.
Dimensione Oscura
L’origine dei Senza Mente si
perde nella notte dei tempi. Nessuno degli abitanti di questa dimensione la
conosce, e non è possibile chiederlo ai Senza Mente per ovvi motivi. Si agitano
all’interno della barriera mistica che li imprigiona, come insetti intrappolati
in una campana di vetro. Ma non altrettanto svegli.
Ora che Dormammu
non ne è più il sovrano, i Senza Mente sono il maggior pericolo della
Dimensione Oscura. Clea ne è ben consapevole, e subito dopo essere diventata
regina ha reclutato i maggiori mistici del reame per rafforzare la barriera e
tenerla sotto costante osservazione.
Questo è un regno dove la
gravità è un capriccio di chi non ha voglia di volare, ma persino qui le
guardie trovano bizzarra l’improvvisa apparizione di una scala scarlatta che
sale fino al cielo.
Piccole fatine purpuree
spargono petali di rose rosse sui gradini, mentre un tripudio di tonalità rosse
marca l’apertura di un portale interdimensionale.
Un uomo dalla pelle cremisi
scende le scale, afferrando la mano di una bellissima donna dai lunghi capelli
neri che cammina sull’aria.
-Sono passati così tanti eoni dal mio ultimo viaggio. Credi
che sia stato abbastanza discreto, Umar?
-Praticamente invisibile.
Guarda, ci sono dei mortali ad ammirarci, mio amante amaranto.
-Non chiamarmi così in pubblico. Ho una reputazione da
difendere.
Nessuna delle guardie
riconosce la forma attuale di Cyttorak, ma è
impossibile confondere Umar con qualsiasi altra
donna. Non solo per la sua bellezza divina, ma perché se in questa dimensione
ci fossero le stelle lei sarebbe immensamente più vecchia.
-Umar
l’Indomabile, sei bandita per l’eternità da questa dimensione per ordine della
Regina Clea la Clemente! Lascia questo regno o saremo costretti aaaaargh!!!
Il mistico non continua la
minaccia, visto che entrambe le braccia si sono trasformate in serpenti intenti
a divorarne la testa.
-Ooh,
che carina. La piccola Clea che gioca alla regina buona. Che ne pensi, Cyttorak mio?
-Nel nome di Clea, difendete
il regno! – ordina il secondo in comando, scagliando una saetta mistica verso
gli invasori.
Un muro rosso semitrasparente
li protegge, e Cyttorak si gratta la testa con
espressione confusa.
-Clea è tua figlia, giusto? Mi sembra di ricordarla. Discreta
maga, mi ha evocato numerose volte. Perché i suoi servitori ci scagliano contro
questi doni?
-Non sono doni, Cyttorak. Sono armi.
L’espressione del volto di Cyttorak cambia radicalmente. Se non fosse già rosso il suo
volto diventerebbe paonazzo, e parla a denti stretti per la rabbia.
-Vuoi dire...che questi parassiti...stanno attaccando ME? Cyttorak, Sovrano Scarlatto del Cosmo Cremisi!?
Cyttorak salta dalle scale scarlatte, atterrando pesantemente.
Il suo corpo diventa notevolmente più massiccio: se le guardie avessero vissuto
sulla Terra, avrebbero facilmente scambiato questo corpo con il criminale
chiamato Fenomeno.
-DIPINGERO’ DI ROSSO QUESTO MONDO CON IL VOSTRO SANGUE!!!
-Uomini – sospira Umar, camminando verso la barriera mentre Cyttorak inizia a ridurre in poltiglia i propri avversari.
La dea ammira il riflesso della propria immagine sulla barriera mistica.
I Senza Mente si agitano
ancora di più, dopo aver visto un altro bersaglio su cui scatenare la propria
ira. Umar accarezza la barriera, mentre dall’altra
parte un Senza Mente cerca di prenderla a pugni.
-Vi sono mancata, piccolini?
Chi è la bestia di distruzione preferita di mamma Umar,
hmm? Chi è la bestia di mamma? Bravi mostri!
-Questi sono i tuoi animali da compagnia? – chiede Cyttorak, coperto
da capo a piedi da poltiglia rossa che poco prima era viva.
Ogni passo di Cyttorak in questa forma è un piccolo terremoto. I Senza
Mente lo avvertono. Cyttorak sembra aver attirato la
loro attenzione come succede raramente.
-Adorabili, vero? Dormammu non li ha mai sopportati...è sempre stato cattivo
con loro.
-Desideri che io li liberi? Non sono stupido, Umar. Ho sentito parlare di loro e so che non portano mai
nulla di buono.
-Oh, vuoi dire che non
sei...oh certo, avrei dovuto aspettarmelo – risponde Umar,
voltando le spalle a Cyttorak e tenendo il broncio.
-Che cosa vorresti dire?
-Credevo che tu fossi una forza
inarrestabile capace di tenere testa ai Senza Mente e prendere il posto di Dormammu. Ma se preferisci startene seduto sul tuo stupido
trono a guardarti sempre allo specchio, allora...
-Non prendermi in giro, Umar! – sbraita Cyttorak, afferrando
Umar per un braccio e rischiando quasi di
staccarglielo – Io sono Cyttorak!
Stregoni di mille miliardi di dimensioni invocano il mio potere!
Umar svanisce in una nuvola di vapore, riapparendo al
fianco di Cyttorak per accarezzarne il torace.
-E non sarebbe ora di
ricordare a tutti quei mortali che cosa è il vero potere?
-Bande Scarlatte, lacerate questa tenue barriera! Che la
rabbia rubino di Cyttorak il Conquistatore Cremisi
travolga questo regno!
Abbracciata alla sua nuova e
loquace pedina, Umar sorride di gusto. Può non
condividere la fissa di questo idiota per il rosso, ma non vede l’ora di veder
scorrere fiumi di sangue.
Palazzo Reale
Definire quello della
Dimensione Oscura un governo centralizzato sarebbe troppo generoso. Per
millenni, Dormammu ha concesso ai signori locali di
amministrare le proprie province come meglio credevano, purché lo adorassero e
non osassero ribellarsi. Ogni tanto permetteva qualche ribellione, solo per
annegarla poi nel sangue per insegnare agli altri una lezione. E per svago.
Come regina, Clea ha cercato
di mettere un po’ di ordine in questo caos, diventando di conseguenza sempre
meno popolare. Gli unici ad esserle fanaticamente leali sono i generali,
principalmente perché la loro abilità nell’essere fanaticamente leali è l’unica
cosa ad averli resi generali.
-Mia regina, abbiamo perso
ogni contatto con la guardia della barriera – avverte uno di loro.
-Strano, non ho avvertito
nessun portale dimensionale – risponde Clea, chiudendo gli occhi per inviare
altrove la propria mente.
Uno dei vantaggi dell’essere
la Signora della Dimensione Oscura è poter osservare ogni angolo del proprio
regno. Dormammu adorava sfruttare questo dono per
incenerire chiunque osasse sussurrare qualcosa contro di lui, ma Clea ha
imparato ad ammirare il concetto terrestre di privacy.
Riceve un’immagine chiara: il
volto di sua madre Umar.
-Queste sono cose da adulti,
bambina; torna a giocare alla principessa – risponde Umar
con uno schiaffo mentale.
Clea è colta di sorpresa
dallo schiaffo, che ha sentito sulla propria pelle come se fosse stato reale
quanto la risata di sua madre...che si interrompe all’improvviso.
Le guardie puntano le proprie
lance contro i due invasori che sono apparsi all’improvviso. Clea si lascia
alle spalle le formalità e corre immediatamente ad abbracciare il proprio
marito.
-Stephen! Il tuo tempismo è
eccellente come al solito: mia madre ci ha appena dichiarato guerra.
-Va bene avere dei problemi
con la propria suocera, Doc, ma questo è ridicolo – commenta l’adolescente bionda
alle spalle del Dottor Strange.
-Nuova assistente, Stephen?
Non è un po’ troppo giovane?
-Layla
sa essere un po’ irritante, Clea, ma sento che ci sarà utile in questa
battaglia.
-Dopotutto non è che questo
genere di cose capiti una volta alla settimana, da queste parti – mormora Layla.
-Molto irritante, sì. Non metto in discussione il tuo istinto,
Stephen, ma potremmo aver bisogno di Rintrah.
-Rintrah
è piuttosto...occupato con un altro compito, al momento.
177A Bleckeer
Street
Greenwich Village, New York
City
Dormammu è in piedi in mezzo ad un pentagramma disegnato con
polvere di fata ed ossa di leviatano finemente tritate. Rintrah
è seduto di fronte a lui, e non assomiglia ad un toro pronto a caricare a testa
bassa solo per la sua testa bovina.
-Ovviamente lo sai che potrei
uscire da questa gabbia senza troppi sforzi.
Silenzio.
-Quindi continui a fare il
tirapiedi di Strange? Non è una grande sorpresa. Sei sempre stato poco più di
una pezza da piedi, era ora che tu te ne rendessi conto.
Silenzio. Sbuffo d’aria dal
naso.
-Sei un pessimo padrone di
casa, lo sai vero? Oh, aspetta, è vero: questa casa non è tua, sei solo
l’animale domestico.
-A cosa potrebbe mai servirti
farmi perdere la pazienza, Dormammu?
-Mi annoio. Potrebbe essere
l’occasione giusta per scoprire cosa sia mai la magia della televisione di cui
parlano i mortali, cosa ne dici?
Silenzio.
-Hm. Mi fai venire nostalgia
dei Senza Mente. Almeno loro avrebbero cercato di uccidersi a vicenda per il
mio sollazzo.
Dimensione Oscura
Cyttorak ora ha le dimensioni di una montagna. E’ un bersaglio
troppo evidente perché persino i Senza Mente lo perdano di vista, ed infatti
non fanno altro che arrampicarsi sul suo corpo come delle ostinate formiche.
-Questi insetti sono davvero tenaci, devo concederglielo.
Forse dovrei donare loro l’intelletto necessario per poter glorificare il mio
nome – commenta il dio.
Il Dottor Strange osserva la
sua immagine, evocata da Clea nella sala del trono, e scuote la testa.
-Cyttorak.
Non è mai stato un gran pensatore, ma non pensavo sarebbe stato così ingenuo da
lasciarsi reclutare da Umar.
-Vuoi dire che conosci quel
tizio, Doc?
-Le Bande Scarlatte di Cyttorak sono uno degli strumenti che ho usato di più nella
mia carriera; evocarle è abbastanza semplice, dato che Cyttorak
è una delle entità più disposte a concedere il proprio potere, anche se
padroneggiarle richiede anni di esperienza.
-Stephen, Cyttorak
è una vera e propria forza della natura. Il mio popolo è terrorizzato dal suo
arrivo... ed hanno passato eoni ad essere terrorizzati da Dormammu,
quindi non è poco. Sii onesto con me: c’è modo per sconfiggerlo?
-Guarda tu stessa, Clea: sta
combattendo i Senza Mente. In passato io e Dormammu
abbiamo faticato a tenerli a bada, pur combinando le nostre forze; il potere di
Cyttorak è immenso, ma lo è anche quello dei Senza
Mente. Penso di poter fare qualcosa.
-No, Stephen, non te lo
lascerò fare – risponde Clea con tono fermo, facendo svanire l’immagine.
C’è un momento di silenzio;
persino Layla non interviene, avendo capito che c’è
qualcosa di importante in palio.
-Stephen, la Dimensione
Oscura non può sempre contare sull’aiuto di stranieri. Sto cercando di
insegnare ai miei sudditi che non devono necessariamente inginocchiarsi di
fronte al più forte; lo so che forse potresti sistemare tutto con uno schiocco
di dita ed una invocazione alla Vishanti, ma andrebbe
contro tutto ciò per cui sto combattendo.
-Doc...credo che abbia il
diritto di sapere. E’ il suo regno, dopotutto.
-Di che cosa sta parlando la
ragazza, Stephen?
-Clea, non sono venuto qui
per fermare tua madre o Cyttorak. Ho scoperto che
esiste una minaccia molto più grande che si sta dirigendo qui. Si chiama la
Parola ed Eternità stesso la teme.
-Eternità? Quel pallone
gonfiato? – chiede una voce familiare.
Le mura del palazzo reale si
sciolgono, lasciando entrare Umar l’Indomabile.
Il Dottor Strange cerca di
lanciare un incantesimo, ma la sua bocca e le sue mani sono immediatamente
bloccate dalle Bande Scarlatte di Cyttorak.
La mano gelida di Umar afferra Clea per il collo, sollevandola da terra. Nel
momento meno opportuno, la Corona di Fiamme attorno alla testa di Clea si
affievolisce fino a divenire una sfocata aureola a malapena visibile.
-Maledetta strega...cosa hai
fatto...al mio regno...
-Oh, ho solo mostrato ai
vermi locali che cos’è una vera divinità. Tutti quei milioni di adoratori il cui
potere finiva direttamente nelle tue vene? Hanno avuto una crisi di fede quando
hanno visto l’invincibile Cyttorak disinfestare la
dimensione dai Senza Mente. Non sei così tosta come credi senza il potere che
mi hai strappato, vero, figlia mia?
-Hey.
Regina del sadomaso, ti stai dimenticando di me.
Umar si volta, infiammando il sangue nelle vene di Clea
per tenerla impegnata a gestire un mondo di dolore mentre lei si occupa di
questa distrazione.
-Umana. E così Strange si è
finalmente stufato della compagnia di mia figlia.
-Primo, sono la sua
assistente. Secondo, ewww.
-La sua assistente? Non
avverto nemmeno un briciolo di potenziale mistico in te, bambina.
-Mi chiamo Layla Miller, prego, e so molte cose.
-Sai anche come preferiresti
morire?
-Ho una proposta per te, Umar.
Clea cade a terra, incatenata
da serpenti di filo spinato. Mentre la figlia si contorce dal dolore, Umar l’Indomabile si aggiusta l’acconciatura e si siede
trionfante sul trono della Dimensione Oscura, accavallando le gambe.
-Ti ascolto.
CONTINUA !